In Viaggio tra i Siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel Lazio
Il Lazio vanta 5 siti Patrimonio dell’Umanità 1 sito Patrimonio Immateriale dell’Umanità (Macchina di Santa Rosa a Viterbo) e un Sito Patrimonio Naturale dell’Umanità (La Faggeta Secolare dei Monti Cimini).
I 5 siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità sono: Villa d’Este, Villa Adriana, il Centro Storico di Roma, La Necropoli della Banditaccia di Cerveteri e la Necropoli di Monterozzi a Tarquinia.
Le ville Storiche di Tivoli
A Tivoli, cittadina a circa 34 km da Roma, si trovano 3 magnifiche quanto famose ville storiche: Villa Adriana, Villa d’Este e Villa Gregoriana. Villa Adriana e Villa d’Este sono state incluse a pieno titolo tra i Siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Le tre ville formano un patrimonio artistico, architettonico, storico e ambientale di grandissimo valore. Anche se il Parco di Villa Gregoriana non è inserito nella lista UNESCO, la regione Lazio sta proponendo di inserire l’intero sistema delle Ville Storiche di Tivoli tra i siti UNESCO.
Il Centro Storico di Roma
Il cuore più antico di Roma include una serie di monumenti, chiese, palazzi, e altre testimonianze di epoca romana, medievale, rinascimentale e barocca di altissimo valore storico e culturale. Il nome ufficiale del sito è “Centro storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città e la Basilica di San Paolo fuori le mura” e venne istituito nel 1980.
Include ben 22 rioni tutti all’interno dell Mura Aureliane (ad esclusione di Borgo e Prati). E’ indubbiamente il sito UNESCO con il maggior numero di opere artistiche, architettoniche e archeologiche del mondo e occorrono diversi giorni per poterlo visitare. Oltre alla rilevanza turistica, il centro storico della città Eterna offre spettacolari e quanto mai suggestivi scorci ormai noti in tutto il globo. Dal Foro Romano a Piazza di Spagna; dalla Basilica di San Pietro al Palatino; dal Colosseo a Piazza del Popolo.
La Necropoli di Cerveteri
Nei dintorni di Cerveteri si trova la necropoli più estesa di tutta l’area mediterranea: la Necropoli della Banditaccia o, come viene comunemente chiamata, Necropoli di Cerveteri. Grazie alla sua importanza storica e archeologica la necropoli è stata inserita, insieme a quella di Tarquinia, tra i siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. L’area archeologica etrusca è posta su un’altura tufacea a nord-ovest di Cerveteri, ed è formata da migliaia di sepolture (solo una piccola parte visitabile e consta di circa 400 tumuli). Le tombe sono state realizzate entro un arco temporale che va dal periodo villanoviano, risalente al IX secolo a.C., fino al periodo etrusco, intorno al III secolo a.C.
La Necropoli di Tarquinia
La Necropoli dei Monterozzi o Necropoli di Tarquinia si estende su un colle poco ad est di Tarquinia ed è costituita da ben 6000 sepolcri, alcuni dei quali datati al VII secolo a.C. La grande valenza artistica e archeologica della necropoli è dovuta al magnifico gruppo di affreschi presenti in più di 200 tombe. All’interno sono raffigurati al loro interno banchetti funebri, danzatori, giocolieri, paesaggi utilizzando tecniche pittoriche dal grande impatto visivo, e da uno stile che imprime un movimento animato e armonioso. Dal V secolo a.C. troviamo, invece, figure di demoni e divinità mescolate con rappresentazioni di diversa natura. Attualmente solo 60 ipogei sono accessibili e visitabili. Tutti questi elementi hanno permesso di inserire la Necropoli dei Monterozzi, insieme a quella di Cerveteri, tra i siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
Le Faggete vetuste del Monte Cimino, del Monte Raschio e la Macchina di Santa Rosa
Oltre ai Patrimonio mondiale dell’Umanità di carattere storico-archeologico-artistico, nel Lazio sono presenti altri siti UNESCO denominati Patrimoni Naturali e Patrimoni orali e immateriali dell’Umanità . Tra i primi ci sono: La Faggeta del Monte Cimino e la Faggeta del Monte Raschio entrambe in provincia di Viterbo. Sono delle straordinarie testimonianze di ambienti causati dall’ultima glaciazione e che per motivi geomorfologici e climatici hanno mantenuto, a distanza di millenni, caratteristiche tipiche degli ambienti montani. Infatti il faggio è una specie diffusa in Appennino al di sora dei 900-1000 metri mentre le due faggete si trovano al di sotto dei 600 metri.
La Macchina di Santa Rosa è inserita nella seconda categoria ed è una singolare quanto affascinate rievocazione storica rappresentata da una scultura imponente alta 30 metri che vuole ricordare la traslazione delle spoglie di Santa Rosa dalla chiesa originaria all’attuale Santuario omonimo.
Visita i Siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel Lazio
Villa d’Este
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