La città fantasma di Rocchettine
Le fortezze gemelle di Rocchette e Rocchettine sorgono nel cuore della Sabina circondate dai comuni di Montebuono, Vacone e del capoluogo Torri in Sabina. A pochi chilometri dal confine con l’Umbria, le fortezze dominano la gola del Fiume Laia, affluente del Torrente Imelle a sua volta affluente del Fiume Tevere.
Rocchettine sorge quindi nel punto in cui la valle subisce un forte restringimento, a strapiombo sulle acque del torrente. L’ambiente intorno alle fortificazioni è sicuramente uno dei più suggestivi che si possono incontrare nella Sabina del versante tiberino, ricco di boschi e di corsi d’acqua.
La storia di Rocchettine
Nel raccontare la storia di Rocchettine è d’obbligo parlarne insieme alla vicina Rocchette. Purtroppo non si hanno notizie precise dei fondatori di queste due fortezze gemelle. Gli unici dati certi di cui disponiamo sono il periodo di fondazione e le famiglie a cui appartennero prima di passare sotto la giurisdizione del comune di Torri in Sabina.
La fondazione è relativamente recente dato che la costruzione delle mura e del fortilizio avvennero insieme a quella della vicina Rocchette nel corso del XIII secolo d. C. Le due fortezze erano denominate Rocca Guidonesca (Rocchettine) e Rocca Bertalda (Rocchette) e furono costruite allo scopo di proteggere l’importante arteria che metteva in comunicazione Rieti con la valle del Fiume Tevere.
Rocchettine dal Medioevo al Rinascimento
Da nord vi si giungeva dal Passo di Fontecerro e il paese di Cottanello, mentre da sud i traffici provenivano da Montebuono e Magliano. Inizialmente possedimenti del vescovo della Sabina, le due fortezze passarono ben presto sotto il dominio diretto della Chiesa. Alla fine del XVI secolo furono occupate dalla famiglia Savelli che le governarono per un lungo periodo. Agli inizi del ‘500 erano, insieme a Torri, un feudo degli Orsini che le tennero fino alla scomparsa del casato. Così, nel 1728 passarono alla Camera Apostolica quando, e anche qui si va per ipotesi, la fortezza di Rocchettine risultava già abbandonata. Infatti, da un certo punto in poi, presumibilmente nel corso del XVII secolo, le vicende parallele che interessarono le due fortezze iniziarono a divergere profondamente.
Rocchette da centro essenzialmente fortificato diventa man mano centro rurale pur conservando il tessuto originario con i muraglioni che cadevano a strapiombo sulla valle sottostante e la via d’accesso principale che entrava nell’abitato tramite una porta d’ingresso.
Lo spopolamento e l’abbandono
Rocchettine mantiene meglio conservate le sue fortificazioni originarie, ma subisce un graduale abbandono. Successivamente, intorno alla rocca abbandonata sorgerà un piccolo nucleo di case che ben presto subirà un progressivo spopolamento. Da questo periodo in poi le già scarse notizie sulle vicende di Rocchettine diventano praticamente nulle, come se la fortezza fosse scomparsa dal novero sia storico che geografico. Dobbiamo fare un consistente balzo temporale e giungere all’età moderna per ritrovare documenti che ci informano delle sorti di questo affascinante luogo. Così, i le notizie ci portano nel novembre del 1817 quando, in seguito ad un’opera di riorganizzazione dell’area Sabina, il Cardinal Consalvi con un decreto assegna al comune di Torri in Sabina il territorio in cui ricadono sia Rocchette che Rocchettine.
La visita al borgo di Rocchettine
La fortificazione di Rocchettine ci appare ora come un tempo, a guardia della via di comunicazione che collegava la città di Rieti alla valle del Tevere e quindi a Roma. Ovviamente ora i traffici commerciali viaggiano su altre direttrici ma Rocchettine conserva ancora quella severa austerità tipica delle più grandi fortificazioni medievali.
La fortezza di Rocchettine
Così, non appena si varca la porta d’accesso al borgo fortificato, sembra proprio di immergersi nel cuore del medioevo. Prima di descrivere la fortezza bisogna tener presente che quando questa era già in stato di abbandono intorno ai muraglioni sorsero in ordine sparso alcune case di cui ora rimangono solo le rovine. Di queste case però una in particolare desta un certo interesse.
Osservando la sua struttura si potrebbe pensare che la sua edificazione risalga intorno alla fine del XVII secolo o agli inizi del XVIII e, avendo all’ingresso un portico di ottima fattura, si potrebbe pensare che sia appartenuta ad una famiglia benestante. La fortezza invece, adagiata su un colle in declivio che sporge sulla gola scavata dal Fiume Laia, presenta sul lato sud una grande torre circolare ad ampia scarpa edificata insieme ad altre presumibilmente durante il dominio dei Savelli. A questo periodo risalirebbero anche le modifiche apportate alle mura munite di mensole e feritoie concepite a puro scopo difensivo. Nel lato che da verso nord è possibile notare una torre a base quadrata risalente alla prima fase di costruzione del fortilizio. Questa torre si presenta inglobata alla successiva cinta muraria ma ci fa ben capire quale fosse la struttura del primitivo “castrum” al tempo della sua fondazione.
Il centro di Rocchettine e la Chiesa di San Lorenzo
Della struttura originaria, comunque, ad esclusione della torre quadrata, è rimasto ben poco; risale infatti al periodo dei Savelli anche la porta d’ingresso al borgo e la costruzione adiacente il muraglione del lato occidentale.
Nei pressi del complesso fortificato troviamo la grande Chiesa di San Lorenzo che però ci appare completamente trasformata dopo i lavori di ricostruzione eseguiti nel corso del ‘700. La struttura della chiesa, confusa tra le altre costruzioni del borgo, è stata fortemente rimaneggiata nel corso dei secoli e presenta quindi elementi di diverse epoche storiche. Due esempi che balzano subito ai nostri occhi sono il piccolo campanile che si erge sopra la chiesa e la facciata della chiesa stessa, ricostruita con uno stile che ricorda il tardo barocco. Se si esclude la chiesa, tutto il complesso, è stato costruito con materiali reperiti in loco, come la pietra calcarea, tipica dell’area Sabina e di tutto l’Appennino Centrale. Infatti, la grande torre circolare e i muraglioni, si stagliano ancora maestosi tra il cielo e i boschi che circondano questa affascinante fortezza perduta.
Come raggiungere Rocchettine
Rocchette si trova nel cuore della Sabina ed è quindi facilmente raggiungibile percorrendo l’autostrada A1 e uscendo al casello di Magliano Sabina. Dal casello si raggiunge dapprima l’abitato di Magliano per proseguire in direzione di Calvi dell’Umbria e scendere verso Montebuono.
Poco prima di giungere a Montebuono, ad un incrocio si devia a sinistra in direzione di Rocchette (la stessa strada porta a Vacone e Cottanello). Raggiunto quindi Rocchette, si oltrepassa, si lascia sulla sinistra un fontanone e, poco dopo, proseguendo in direzione Vacone, si imbocca una strada sterrata. Percorsi circa 100 metri si attraversa il ponte sul Fiume Laia e si giunge in breve a toccare una radura dove si può parcheggiare. La torre circolare è davanti a noi e l’accesso al borgo è senza via obbligata.
Scheda di Rocchettine
Accesso: Su strada
Tipologia attuale: Borgo fortificato
Origine: Medievale
Età di fondazione: XII secolo d.C.
Età di abbandono: XVII secolo d.C.
Motivo dell’abbandono: Spopolamento naturale
Modalità di visita: Ingresso libero con cautela
Informazioni Turistiche
Comune di Torri in Sabina
Sito web: www.comune.torriinsabina.ri.it