Il mistero della Mano del Demonio
Giunti a San Felice Circeo, percorrendo la via per il Faro, dopo aver superato il boschetto di lecci, sulla nuda roccia è possibile leggere un’iscrizione romana, risalente all’incirca al I secolo a.C. La particolarità di questa iscrizione risiede nel fatto che la traduzione è così che si è diffusa la credenza secondo la quale “chiunque riuscisse a decifrasse l’iscrizione diventerebbe ricco, poiché la montagna si spaccherebbe lasciando piovere monete d’oro”.
Sotto questa curiosa e antica incisione, vi era poi, all’altezza della strada una strana stalattite avente la forma di una grossa mano, per queste sembianze fu chiamata dal volgo la “Mano del Demonio”. Purtroppo oggi non ne rimane nessuna traccia, e neppure qualche disegno o foto che la ritraggano, rimangono solo vive nell’immaginario popolare leggende e superstizioni legate ad essa.
L’incisione scomparsa
Il vero motivo della sua scomparsa, poi, è un vero enigma: molti ritengono semplicemente che sia andata distrutta con i lavori d’ampliamento della strada. Altri invece sono convinti che alcuni membri di un poco conosciuto ordine monastico sanfeliciano. Questi, infatti, temendo la “struttura diabolica” e l’eventuale celebrazione di riti pagani legati ad essa, la fecero eliminare.
Sempre nei pressi del boschetto di lecci che avvolge la strada per il faro, si narra, inoltre, che sia scomparsa una monaca e che nelle ore notturne si udirebbero i suoi inquietanti “gemiti”.
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Sito Web
Cosa vedere nei dintorni della Mano del Demonio
Trovandoci a San Felice Circeo si può ben comprendere che la sola visita al borgo e dei suoi dintorni meritano una gita di un’intera giornata. Ad ogni modo, se si vuole uscire dall’abitato, basti sapere che ci troviamo nel cuore del Parco Nazionale del Circeo alle propaggini orientali del Promontorio del Circeo. Non mancano, quindi, spunti di visita a pochi chilometri dal centro storico di San Felice. Consigliabile, inoltre, è la visita alla vicina città di Sabaudia che sorge sulle sponde del lago omonimo.
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